Castello di Milazzo


Castello di Milazzo

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Il Castello di Milazzo, cuore della Cittadella Fortificata, fu edificato dopo l’843 dagli Arabi, che rasero al suolo il castrum romano, innalzando il primo nucleo del castello. Ai Normanni si deve la realizzazione del mastio, con cantonali in pietra lavica, attorno al quale negli anni successivi Federico II di Svevia costruì nuovi edifici.
Il Castello di Milazzo, che si sviluppa su una pianta trapezoidale irregolare dovuta alla necessità di seguire l’orografia del terreno. La cinta muraria risale al periodo normanno, poi rimaneggiata in epoca sveva, che prende il nome di barrera artillera, presenta 8 torri quadrangolari, compresa la torre Mastra Normanna, con cantonali in pietra lavica. Quattro delle torri angolari sono direzionate verso i 4 punti cardinali. Un tempo vi si aprivano due porte, quella sul prospetto nord ad arco ogivale in pietra calcarea, con lo stemma di Isabella Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, che ancora oggi consente l’accesso al grande cortile centrale, ed quella sul lato Sud, usata come uscita d’emergenza, di cui rimane l’arco ogivale in pietra lavica. Da qui si possono visitare la torre normanna, le stanze del complesso aragonese, e la grande sala del camino.
La grande torre Normanna quadrangolare mediana del versante ovest rappresenta la parte più antica di tutto il Castello. E’ la torre più elevata, circa 17 metri, e venne inserita nella cinta federiciana. Essa presenta una base a scarpa di età posteriore, che non supera i 10 m d’altezza e che la cinge dai quattro lati. Elementi caratterizzanti della torre sono: l’uso della pietra lavica in conci per la realizzazione dei cantoni; gli spigoli smussati alle aperture; la decorazione orizzontale a spina di pesce con laterizi che segna la parte mediana di quella che doveva essere la struttura originaria. Nel ‘400 infatti, per renderla meno vulnerabile all’artiglieria e per adattarla alle nuove armi da fuoco, fu abbassata quasi a livello delle mura di cinta federiciane.
La sala del camino è di epoca sveva. A questa si accedeva tramite un selciato in mattoni posti a spina di pesce, alcuni scalini ed un atrio. La sala, illuminata da monofore, è divisa in tre campate da due archi a sesto acuto in pietra lavica. All’interno, una piccola porta ogivale, anch’essa con cornice in pietra lavica, introduce ad un secondo ambiente più piccolo, dominato da un grande arco a sesto acuto.
Le stanze del complesso aragonese circondavano quasi l’intero cortile. Il piano inferiore probabilmente era adibito ad ospitare locali di servizio, al piano nobile si accedeva tramite la scala che si trova sul lato sud, o attraverso scale interne. I locali furono annessi alla sala del camino e resi comunicanti. La struttura fu notevolmente rimaneggiata quando divenne carcere. Nell’ala nord si trova la cappella carceraria dove probabilmente un tempo vi era una cappella dedicata a Santa Barbara.

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