Gangi e il Minotauro


gangi-minotauro

Effems - CC4.0

Il Minotauro raffigurato nello stemma di Gangi ricorda le antiche origini di questo splendido borgo.
Le origini della città di Gangi sono infatti legate a Dedalo, personaggio della mitologia greca. Dedalo è noto per il suo celebre labirinto al cui interno si trovava il Minotauro. Si narra infatti che, durante l'esilio Dedalo giunse a Creta dove, grazie alla grandiosità del suo genio, divenne amico del re Minosse. Accadde che Minosse, che ogni anno sacrificava un toro a Poseidone, decise di tenere per se il toro più bello sacrificandone al dio un altro e scatenando così l'ira di Poseidone il quale fece in modo che Pasife, moglie di Minosse, si innamorasse del bellissimo toro. Dedalo ideò allora un marchingegno dalle sembianze di una vacca, che permise a Pasifae ad appagare il suo desiderio con il toro. Da questa unione nacque il mitico Minotauro, con le sembianze di toro fino alle spalle, e di uomo nel resto del corpo. Fu allora che Dedalo costruì un labirinto dove venne allevato il Minotauro e a cui venivano sacrificati fanciulle e fanciulli.
Dedalo informato della minaccia che gli muoveva Minosse, a causa della costruzione della vacca, lasciò Creta. Secondo il mito fuggì con delle ali di cera insieme al figlio Icaro. Durante il viaggio il figlio si avvicinò troppo al sole e morì, mentre Dedalo volando basso e bagnando le sue ali e riuscì a raggiungere la Sicilia. Giunse nel territorio dove regnava Cocalo, che lo ricevette e che, per il suo ingegno, lo fece proprio amico.
Minosse informato della fuga di Dedalo in Sicilia, decise di condurre una spedizione contro quell'isola. Decise di inviare i suoi soldati più feroci, i quali, una volta giunti in Sicilia, stanchi delle angherie del loro sovrano, decisero di restarvi. Si stabilirono quindi sul monte da cui sgorgava l’antico fiume Engio e fondarono la città di Engyon, dalla quale sarebbe sorto il borgo di Gangi, e a ricordo delle loro origini scelsero come simbolo della città un Minotauro che si ristora, pacifico e mite, presso una fonte. Quest'immagine è ancora oggi presente nello stemma della città.

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