La Passione o il Compianto di Caltabellotta


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L'autore delle otto statue in terracotta della "Passione" di Caltabellotta non è noto: tante sono le ipotesi circa la sua identità.
"La Passione" o "Il Compianto" di Caltabellotta sono un gruppo di otto statue di terracotta policroma, a grandezza d'uomo, custodite nella cappella della chiesa di Sant'Agostino, che possono essere considerate l’opera d’arte più importante di Caltabellotta e forse dell'intero territorio circostante.
L'ipotesi più accreditata circa l'autore della "Passione" è che queste siano state realizzate attorno al 1552 da Antonino Ferraro, detto “Imbarracucina”, su commissione dei padri Agostiniani o dei Rettori della Confraternita di San Lorenzo. A quel tempo le rappresentazioni animate dei “Misteri” della Passione di Cristo stavano venendo sostituite con gruppi scultorei raffiguranti le singole stazioni della Via Crucis. A sostegno di questa ipotesi c'è uno scritto di Gioacchino Di Marzo che cita un documento del 1552 del notaio Antonino di Blasio, purtroppo andato perduto.
Una seconda ipotesi sostiene che a realizzare, almeno in parte, le statue possa essere stato un pittore e scultore di ottima mano, Pellegrino de Plazza, nato attorno al 1560, allievo di Antonino Ferraro e coetaneo del figlio.
La terza ipotesi è una tradizione popolare orale giunta fino ai nostri giorni. Narra di un forestiero perseguitato, ospitato dai monaci agostiniani del convento di Sant'Agostino, che avrebbe eseguito l’opera durante la notte come ringraziamento dell'ospitalità. Secondo questa leggenda le statue sarebbero state realizzate in argilla, tutte intere, e allestite e cotte in sito. In realtà sembra che le terrecotte siano state modellate a pezzi e assemblate successivamente, ma nonostante ciò questa storia è quella che trova più consensi tra i cittadini di Caltabellotta.

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