Leggende dell'Isola delle Femmine


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Soleermetico - CC4.0

Le leggende che ruotano attorno all’Isola delle Femmine e alla sua torre spiegano l'origine del nome di quest'isola.
Una prima storia suggerisce che il nome dell’Isola delle Femmine derivi dalla presenza di un carcere femminile che sorgeva sull’isola in tempi antichissimi, anche se gli scavi archeologici non hanno mai confermato tale ipotesi.
Una seconda leggenda narra di un gruppo di donne, tredici fanciulle turche, che essendosi macchiate di colpe gravi, furono imbarcate dai loro congiunti in una nave e mandate alla deriva. Dopo giorni di vagare in balia dei venti e delle tempeste, l’imbarcazione approdò su un isolotto nella baia di Carini. Qui le donne vissero per sette lunghi anni fino a quando i parenti pentitisi non le cercarono, e trovatele decisero di stabilirsi sulla terraferma formando una cittadina che chiamarono Capaci, ovvero qui la pace, e dando il nome di “isola delle femmine” all’isolotto dove avevano abitato le donne.
Una terza leggenda narra di Lucia, una bellissima fanciulla del paese innamorata di un suo giovane compaesano, e che per questo rifiutò le offerte amorose di un ricco e prepotente signore il quale, vistosi respinto, per rabbia la fece rapire e rinchiudere in quella torre. La ragazza piuttosto che arrendersi preferì lasciarsi morire di fame e di dolore. Si narra che ancora oggi nei giorni di tempesta, si ode il suo lamento disperato echeggiare fra le rovine della sua prigione con un’infinita struggente malinconia.
Di un’altra leggenda invece si trova traccia in uno scritto di Plinio il Giovane, e racconta che l’isola fosse la residenza di fanciulle bellissime che si concedevano, per la durata di una luna, cioè un mese, ai giovani guerrieri che si erano distinti in battaglia.

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