Festa di San Giacomo a Capizzi


Festa di San Giacomo a Capizzi

 26 luglio 2024

 Santuario di San Giacomo - Capizzi ME

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Programma e date

Giovedì 25 luglio 2024

Solennità di San Giacomo Apostolo

04:00 “U viaggiu di San lapucu”; Apertura del Vetusto Santuario. Accoglienza dei Pellegrini.

06:00 Alborata di 10 colpi a cannone;
Santa Messa del Pellegrino.

08:00 Santa Messa presiedula da Don Leonardo Maimone;

09:00 Santa Messa presieduta da Mons. Pasquale Di Luca, Cappellano del santuario;

10:30 Processione dalla Chiesa Madre al Santuario;

11:00 Solenne Pontificale presieduto da Sua Eminenza, il Cardinale Enrico Feroci.
Concelebra il Vescovo Mons. Guglielmo Giombanco.
Durante la Celebrazione, nomina dei nuovi cappellani e professione di fede dei nuovi confrati;

12:30 Il Presidente dei Festeggiamenti, come da tradizione, ringrazierà le Gentili autorità, la Banda Musicale e le Majorettes presso il locale della Camera del Lavoro;

18:00 Santa Messa presieduta da Don Antonio Lo Presti, Cappellano del Santuario.

CONCERTO
LDA
 Piazza San Giacomo


Venerdì 26 luglio 2024

08:00 Santa Messa presieduta da Don Leonardo Maimone;

09:00 Santa Messa presieduta da Mons. Pasquale Di Luca;

11:00 Santa Messa Solenne presieduta dall' Arciprete Don Antonio Cipriano;

17:00 Solenne Discesa dal “Monte” del Santo e reposizione sulla Vara;

18:00 Uscita trionfale di San Giacomo e Processione per le vie della città.
In piazza Miracoli Panegirico dell'Arciprete e tradizionale rito del “miracoli”
.

22:00 Spettacolo pirotecnico;

23:00 Spettacolo
Cover Band “Jackson Friends"


A Capizzi nel mese di luglio si svolgono i festeggiamenti in onore del Santo Patrono San Giacomo Apostolo Maggiore. Il culto di San Giacomo Apostolo Maggiore risale al tempo dei Normanni, quando fu edificato l'attuale Santuario, e la festa a lui dedicata è una più particolari e antiche della Sicilia.

Corteo del Vessillo Aragonese

Tradizionalmente, giorno 22 luglio si svolge il corteo del vessillo Aragonese, un corteo con figuranti in costume d’epoca che rievoca il soggiorno di Pietro II d’Aragona a Capizzi nel XIV secolo. In quell'occasione il Re istituì una Fiera franca, esente da dazi e imposte, e quale segno di questo grande privilegio, donò alla città il Vessillo con il suo stemma. La cerimonia si articola in due momenti: in mattina l’autorità ecclesiastica consegna il Real Vessillo all’autorità civile e questo viene collocato nella zona del Castello dove prima insisteva la Chiesa della Maddalena. Nel tardo pomeriggio lo stesso Vessillo viene riconsegnato all’autorità religiosa e viene issato sul campanile del Santuario di San Giacomo, dove sventolerà per tutto il periodo dei festeggiamenti.
Il 24 luglio si svolge la processione delle Reliquie del Santo contenute in un'artistica teca di legno dorato, portate da un nobile spagnolo, Sancho d’Eredia, cavaliere aragonese a Capizzi nel XV secolo. La città di Capizzi possiede la reliquia più antica della Sicilia di San Giacomo Apostolo Maggiore, consistente in una giuntura di un dito del Santo.
All'alba del 25 luglio si svolge "u viaggio", ossia un pellegrinaggio a cui partecipano numerosi fedeli a piedi nudi per chiedere grazie o per sciogliere voti.
Giorno 26 luglio si svolge la solenne processione del fercolo di San Giacomo Apostolo Maggiore, sorretto a spalla da molti devoti, e poggiante su due lunghe e pesanti travi alla cui estremità vi sono fissati quattro grossi anelli in ferro, "i Catineddi". Sulla parte superiore invece vi sono legate sei funicelle di colore rosso, "i Lazzuni". Anelli e funicelle sono elementi fondamentali per la guida e l'equilibrio del fercolo e possono essere tenuti tenuti da devoti maturi e saggi, che ne vantano il possesso tramandato da padre in figlio. Il momento più suggestivo e profano della processione si svolge Piazza dei Miracoli, dove avvengono i tradizionali miracoli: il fercolo viene utilizzato come un ariete da guerra per abbattere il muro di un’antica casa attigua alla chiesa di Sant'Antonio. Secondo la tradizione in quel luogo, grazie all’intervento miracoloso del Santo, sono stati sconfitti i saraceni, asserragliati dentro il loro luogo di culto.

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