Chiesa di Santa Maria della Catena a Palermo
La Chiesa di Santa Maria della Catena a Palermo è un superbo esempio di stile gotico-catalano misto a elementi rinascimentali.
La chiesa è così chiamata perché un tempo era presente una catena con la quale si chiudeva l'antico porto della città. Tuttavia esiste un’altra origine affascinante ed evocativa del nome legata ad una leggenda.
La chiesa fu edificata alla fine del ‘400 su un leggero terrapieno nella parte meridionale del porto al posto di una precedente cappella votiva. Il progetto della chiesa è attribuito a Matteo Carnalivari, insigne architetto rinascimentale di cultura catalana.
L’ingresso è preceduto da una breve scalinata di raccordo, la cui costruzione fu necessaria per colmare il dislivello creatosi in seguito all’allungamento, nel 1581, della strada del Cassaro, la più antica strada di Palermo.
Al di sopra della scalinata sorge un arioso portico a tre arcate ribassate sorrette da robuste colonne in marmo, serrato ai lati da due torricini. Al di sotto del portico tre bassorilievi di Vincenzo Gagini decorano le porte di accesso alla chiesa. Sopra il portico, si trova entro una nicchia la statua di Santa Cristina, sulla sommità della facciata una singolare cimasa traforata in pietra di armonioso disegno a motivi astratti stilizzati.
L'interno è a tre navate con doppio transetto ed absidi. La distribuzione sapiente della luce e l’armoniosità dell’ambiente è legato alla presenza delle costolonature sfaccettate delle volte a crociera, del tiburio coperto da volta stellare, e delle absidi coperte da volte ad ombrello. Di pregevole fattura è un dipinto della Madonna del XIV sec. recentemente riportato alla luce sotto un dipinto del XVI secolo.
