Area Archeologica del Castellaccio



L’Area Archeologica del Castellaccio a Lentini, situata a poca distanza dal centro abitato, contiene i ruderi di un castello medievale e l’Oratorio di Santa Lucia.
Le prime informazioni riguardanti il castello risalgono all'epoca normanna: da documenti dell’epoca come Castrum Vetus,si ha notizia di una roccaforte di epoca normanna, distrutta dal terremoto del 1169 che devastò il paese, che con molta probabilità sorgeva nello stesso sito del castello che venne poi restaurato da Federico II di Svezia durante la prima metà del XII secolo. L'architetto di Federico II, Riccardo da Lentini, oltre a progettare il castello seguendo le forme della rupe su cui sorge, riadattò i resti di un precedente insediamento greco, su cui poggiano i conci dei muri. Dopo il regno di Federico II, il castello è stato nel tempo roccaforte e prigione di personaggi famosi ed è stato sottoposto a continue ristrutturazioni e ampliamenti. A seguito del terremoto del 1693, il Castellaccio venne definitivamente abbandonato.
Il Castellaccio è posto al centro di un sistema fortificato naturale e artificiale: a nord si trova la valle del Crocifisso, a sud la valle di san Mauro dove troviamo delle mura a strapiombo che isolano l'intero complesso; a nord-ovest e sud-est si trovano il colle Tirone e il colle Lastrichello, divisi dalla fortezza da due vasti fossati tagliati nella rupe.
Il Castellaccio era recintato da un cinta muraria a forma di parallelepipedo. Oggi è possibile ammirare solo alcune resti nel lato nord-est. In questa parte di cinta muraria doveva esserci la cosiddetta arx triangularis, ossia un'opera muraria di cui rimane solo la porzione inferiore di una torre triangolare al cui interno c’e un ambiente rettangolare e tracce di una porta. Lungo il fronte occidentale si conservano tracce di un grande muro di quella che si ritiene potesse essere una delle tre torri difensive, forse quella ottagonale, con un interruzione mediana che si suppone sia l'ingresso. All’interno del castello sono stati rinvenuti i resti di un edificio a pianta semicircolare che ricorda un abside, che si pensa possano appartenere ad una cappella nominata in alcuni documenti angioini del 1253. Al centro del sito si trova l'ingresso che conduce al sotterraneo del castello, la sala ipogea: una grande sala, probabilmente interamente intagliata nella roccia formata da 4 semipilastri che sorreggono la volta. I semipilastri poggiano su di un banchinamento perimetrale. La camera presenta delle feritoie che si pensa abbiano la funzione di ricircolo dell’aria. Si pensa che la sala sia collegata da cunicoli segreti a delle grotte che si trovano alla base del castellaccio, fra cui, la più famosa è la caverna delle palle.
Nel castello sono inoltre presenti due cisterne per l'approvvigionamento dell'acqua, vicino all'ingresso della sala e vicino al muro settentrionale, e probabilmente ne esistevano di altre, ogggi completamente sotterrate.
All'interno del parco archeologico del Castellaccio è anche possible ammirare l’ Oratorio di santa Lucia, una caverna usata dalle suore tra il XII ed il XIV secolo come luogo di culto dove è possibile ammirare i resti degli scalini d'entrata dell' epoca, una sepoltura scavata nel pavimento ed un preziosissimo ciclo di affreschi risalenti al XIV secolo. Gli affreschi ritraggono Santa Lucia con un Cristo Pantocratore alla sua sinistra, alla sua destra San Nicola, una mater Domini e i resti di un affresco raffigurante un santo a cavallo, San Giorgio.

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