Acquedotto Galermi a Siracusa


Acquedotto Galermi a Siracusa

Jerome Bon - CC2.0

 Maps

 Viale Giulio Emanuele Rizzo, 34 - Siracusa (SR)

L’Acquedotto Greco Galermi si elegge a una delle opere di ingegneria idraulica più imponenti del Mediterraneo.
Nel momento in cui l'espansione della città di Siracusa i diffondeva anche al di fuori dell'isola di Ortigia per interessare i quartieri Acradina, Neapolis e Epipoli necessitava trasportare e veicolare l'acqua attraverso gli acquedotti. Fu così che i greci realizzarono una meravigliosa rete di acquedotti di lunghezza superiore a 100 km, alcuni dei quali tutt'oggi funzionanti dopo 2500 anni di servizio.
L’acquedotto greco fu costruito nel 480 a.C. dagli schiavi cartaginesi per volere del tiranno siracusano Gelone e l’essere ancora funzionante ne dimostra la genialità, l’intelligenza e la sagacia dei suoi antichi realizzatori. La sua costruzione fu certamente difficoltosa, sia per l'esigenza di mantenere una pendenza costante che per il superamento delle problematiche legate al territorio: burroni e avvallamenti. L'escavazione avvenne con la tecnica del fuoco, il quale ammorbidiva la roccia consentendo una migliore friabilità. Nel corso dell'avanzamento venivano costruiti dei pozzetti di ispezione con delle scale ricavate dalla roccia stessa. I pozzi servivano non solo come via di accesso, ma come via per lo scarico del materiale di risulta e, una volta in servizio, consentiva l'individuazione di tappi o crolli tramite la fuoriuscita delle acque.
L’acquedotto capta una parte delle acque del torrente Calcinara, a Pantalica nord, e le porta fino al teatro greco di Siracusa lungo un percorso di 30 km. E’ possibile ancora oggi sentire lo scrosciare dell'acqua al di sopra della cavea del Teatro Greco.
All’interno dell’acquedotto di notevole interesse è la Galleria Tremilia: lunga circa 815 m e intagliata nella roccia viva, come la maggior parte degli antichi acquedotti; la galleria è costruita a doppio ordine: un cunicolo inferiore, in cui scorre l'acqua, ed uno superiore che serve per la ventilazione e la manutenzione e fu utilizzata dai Greci come galleria filtrante, ovvero come canale di adduzione delle acque latenti che sboccano al contatto con terreni vulcanici impermeabili.
Proprio per l’importanza, l’utilità e la grandiosità dell’opera, la superficie attraversata dal Galermi è protetta da una fascia larga m 5,5. Negli ultimi quattro kilometri è possibile riconoscere i pozzetti, anche se non segnalati da alcun cartello turistico. Il canale percorre il viale Epipoli, la via Enrico Di Luciano, la via dell’Acquedotto e la via Luigi Mauceri, per giungere alla terrazza del Teatro Greco. Purtroppo l’area non è stata valorizzata. Altro acquedotto greco sito in Sicarusa è l'Acquedotto del Ninfeo, lungo circa 1385 m è simile al precedente, a doppio ordine e sbocca al di sopra del Teatro Greco, sotto la grotta denominata del Ninfeo. Possiede 40 spiragli, ovvero pozzi d'attacco, e sbocca a quota 37 m s.l.m. attingendo le acque in corrispondenza degli strati impermeabili.

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