Castello Eurialo a Siracusa


Castello Eurialo a Siracusa

Peter Burka - CC2.0

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 Via Siracusa, 1 - Siracusa (SR)

Il Castello Eurialo di Siracusa rappresenta una delle più grandi e complete opere militari del periodo greco. Da qui, narra il mito, il genio di Archimede affrontò le navi romane con i suoi specchi ustori.
Molto probabilmente l’origine del nome si deve alla forma della sella rocciosa su cui si imposta: dal greco Euryalos, chiodo a base larga.
La costruzione del castello Eurialo si deve al genio militare di Dionigi. Dopo gli eventi bellici che videro Siracusa assediata dagli ateniesi, tra il 415 - 413 a.C., e che mostrarono la debolezza di quel settore difensivo, negli anni compresi tra il 402 e il 397 il tiranno chiuse la città all'interno di una cerchia di mura lunga 27 chilometri che correva lungo tutto il ciglio dell’altopiano di Epipoli, sistema difensivo noto come “Mura dionigiane”, e che aveva nel castello la propria punta avanzata nell'entroterra. L’ imponente fortificazione, che occupa una superficie di 15.000 mq, fu infatti costruita nel punto più vulnerabile dell’altopiano, dove questo si restringe e si collega con un leggero pendio alle alture retrostanti, rappresentando un facile punto di accesso per chi si avvicinava alla città dall’entroterra.
Dopo la conquista romana della città, nel 212 a.C., il grande complesso militare dell'Eurialo fu più volte modificato, fino all'età bizantina quando ne venne ricostruita una parte usando del materiale di spoglio proveniente da altre parti dirute.
Il mastio era preceduto da tre ampi fossati: il primo è situato in prossimità dell’ingresso all’area archeologica, presso l’Antiquarium; il secondo, di forma angolare, è il più largo, circa 50 m, ed è parzialmente ingombro dei blocchi crollati dall’opera avanzata che sorgeva nello spazio fra il secondo e il terzo fossato; infine, il terzo fossato, posto ai piedi del mastio, anch’esso di forma angolare, è il più lungo, e rappresenta lo snodo strategico più importante del castello. Da questo infatti si dipartiva una rete di gallerie e cunicoli che collegano il fossato con vari punti della fortificazione e con un quarto fossato che protegge il lato meridionale. Lungo il lato occidentale di questo fossato erano presenti alcuni ambienti sotterranei, accessibili mediante scale, forse utilizzati come depositi. Sempre in questo terzo fossato vi era un rivellino collegato al castello per mezzo di un ponte levatoio di cui restano i tre poderosi piloni di appoggio presso l’estremità meridionale del fossato.
Il mastio era protetto in epoca greca da uno sperone triangolare, del quale rimangono i resti crollati, sostituito poi da cinque torri che raggiungevano l'altezza di 15 metri. E’probabile che sulla loro sommità vi fossero state alloggiate delle catapulte.
La parte centrale della fortezza è rappresentata da due corpi adiacenti, il primo irregolarmente rettangolare e il secondo di forma trapezoidale molto allungata, al cui vertice orientale si collega il braccio meridionale delle mura dionigiane. L’interno dei due ambienti si trovavano ampie cisterne per le riserve di acqua e le caserme. Sono infatti identificabili i vani allineati lungo il lato meridionale risalenti all’epoca bizantina. Una grande torre segna il collegamento della fortezza con il braccio delle mura dionigiane. Qui si apriva, all’interno di una rientranza che costituiva un sistema a tenaglia, una grande porta, originariamente fornita di tre accessi, successivamente ridotti a due. Essa era difesa da un sistema di muri obliqui che ne rendevano difficoltoso l’avvicinamento, e successivamente, anche da un grande muro a parziale sbarramento. Sul lato meridionale della porta poggiava un forte interno a pianta trapezoidale, difeso da una torre, e collegato con una galleria al terzo fossato. Si ritiene che qui fosse collocata una grande catapulta.
Annesso al Castello è presente un Antiquarium che mette in mostra reperti evocativi della vita quotidiana che si svolgeva nella fortezza affiancati da pannelli di tipo tradizionale e di supporti multimediali a scopo didattico-illustrativo. Tra gli oggetti esposti ci sono proiettili per le catapulte a un elmo bronzeo, vasellame di uso comune e anche un rilievo che raffigura una catapulta.

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