Castello di Venere ad Erice


Castello di Venere ad Erice

Gmarell - CC4.0

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 Largo Castello - Erice (TP)
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Il Castello di Venere di Erice, noto anche come Castrum Montis Sancti Juliani, è un castello normanno del XII secolo che sorge su una rupe isolata nell'angolo sud-orientale della vetta del Monte Erice. Al suo fianco vi sono le Torri del Balio.
Intorno al XII secolo a.C., nello stesso luogo in cui oggi sorge il castello, vi era una piccola ara all'aperto, eretta dal popolo indigeno dei Sicani, dedicata ad una divinità femminile, considerata dea dell'amore, della fecondità e protettrice dei naviganti. Successivamente gli Elimi e i Punici-Cartaginesi mantennero il culto della dea, da loro chiamata Astarte, incrementando la sua fama fra tutti i popoli del Mediterraneo. I punici furono i primi ad introdurre riti e usi orientali tra cui, il culto della prostituzione sacra, e l'allevamento delle colombe, animale sacro alla divinità, che volavano intorno le mura del recinto sacro. Con la caduta dell'impero romano, Erice e il suo santuario furono abbandonati, per 800 anni non vi è traccia della cittadina nelle fonti storiche. Con l’arrivo degli Altavilla, la cittadina torna al suo antico splendore. Su quella rocca, che per secoli aveva ospitato il santuario della dea, i normanni costruirono un maestoso maniero, distruggendo l’antico tempio sacro.
Il castello era collegato al resto della vetta da un ponte levatoio, successivamente sostituito dall'attuale gradinata. Al di sopra del portone d'ingresso si possono notare: lo stemma Asburgo di Spagna, un piombatoio che serviva per ostacolare il nemico e una bifora trecentesca.
La facciata del castello è sovrastata da merli ghibellini e il muro del complesso segue il contorno della rupe. Qui si trova l'imboccatura di una galleria segreta, che era sotterranea rispetto agli edifici scomparsi e conduceva fuori dal castello. Nella ripida parete rocciosa, si innalza un muro, attribuito a Dedalo, composto di dodici filari orizzontali di pietre pulitamente squadrate e sovrapposte ad opus rectum.
Al suo interno si possono ammirare, oltre ad una magnifica vista panoramica, dei reperti archeologici databili dall'età arcaica fino all'età normanna, come: le terme romane, il pozzo di Venere, resti del tempio di Venere, il ponte di Dedalo, la colombaia, la muraglia medievale, le feritoie, un tunnel medievale e le carceri borboniche.

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