Ballo dei Pastori a Balestrate


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La tradizione più antica di Balestrate, strettamente legata al Carnevale, è il Ballo dei Pastori o Contradanza Mascherata.

Il Ballo dei Pastori è una controdanza siciliana che ogni anno rivive durante la festa del Carnevale di Balestrate.
Si tratta di una danza il cui ritmo musicale è molto simile alla tarantella, con degli schemi ben precisi: il numero dei partecipanti, tutti maschi, varia tra 16 – 20 – 24 elementi, in quanto è legato ad alcune figure di contradanza che si effettuano in quartetti. Le figure sono 10 in cui una, la cosiddetta grascé serve a legare le altre e si effettua ogni volta che si passa da una figura all’altra.
Le coppie sono formate dalla dame e dallo chevalier ma indossano tutti abiti femminili: gonna lunga, ampia e multicolore indossata sopra mutandoni di pizzo lunghi fin sotto al ginocchio, calzettoni bianchi, camicetta elegante orlata di pizzo, guanti bianchi, cappello da donna dal quale si diparte un velo. Legata ad un polso una borsetta o sacchetto con dentro dei dolcetti da offrire agli spettatori e su una o ambedue le gambe una fettuccia di cuoio con una ventina di campanelli. Ciò che distingue la dama dallo chevalier è il fatto che la prima porta sulle spalle una pelliccia di pecora ed un largo nastro di raso al cinto mentre lo chevalier portava la stessa pelliccia a tracolla e due larghi nastri di raso si intersecavano sul petto e spalle e si allacciavano al nastro del cinto.
Secondo la tradizione il ballo veniva eseguito una prima volta davanti la casa di chi comandava la contradanza, poi una seconda volta davanti la caserma dei carabinieri a viso scoperto affinché il comandante, che aveva la lista dei partecipanti, li riconoscesse. Infine il gruppo di ballerini andava in giro per il paese a ballare davanti le case dei nobili che, in cambio, offrivano un bicchiere di vino a tutti.
L'origine di questo ballo è legato ad una leggenda tramandatasi oralmente che narra che, nei tempi antichi, il carnevale si festeggiasse solo la domenica e lunedì e un gruppo di pastori non riuscisse mai a partecipare ai festeggiamenti perché il padrone del gregge non glielo permetteva. Accade un anno che questi riuscirono ad liberarsi il martedì, ma giunti in paese, seppero che ormai la festa era passata. Decisero allora di festeggiare il carnevale a modo loro indossando abiti femminili e scatenandosi in controdanze per tutto il paese. Da allora a Balestrate il martedì di Carnevale è noto come lu jornu di lu picuraru, ossia il giorno del pecoraio. Da allora il carnevale ebbe un giorno in più che fu chiamato lu jornu di lu picuraru e da qui il nome dato al ballo.

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