Storie dei vicoli di Mazara del Vallo


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Jos Dielis - CC2.0

La città vecchia di Mazara del Vallo, la Kasbah, è un dedalo di vicoli che raccontano aspetti della vita quotidiana della città.
Nell'antico quartiere arabo, sui fianchi delle case è facile trovare ceramiche con colorati dipinti o che narrano delle storie legate a quei luoghi o semplicemente delle preghiere.
Un vicolo è dedicato al bandito non violento “Sataliviti”, così chiamato per la sua agilità di fuga attraverso i vigneti.
Una scala è nota come “scala del serraglio” o “scala dei poverelli” perché su questa sedevano i poveri del paese in attesa che qualche pescatore lasciasse loro una cassetta di pesce.
Vi è poi, come racconta un ampio pannello in ceramica, “u curtigghiu di lù ‘nfernu”. Questo è quanto è scritto sul pannello di ceramica: "Questo sito era abitato da due famiglie originariamente amiche ma che, col tempo, erano passate a momenti di grande inimicizia. Tutto cominciò per una donna negata in sposa al figlio maggiore della famiglia "amica".
Quando in altro luogo della città si verificavano litigi tra opposte fazioni familiari, la gente per dire di una lite violenta diceva: ‘roba da cortile dell’inferno’. Ogni motivo anche futile era la scusa per una lite che vedeva protagonisti tutti i componenti delle due famiglie. La vita, ogni sera, nel cortile, era un ‘inferno".

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