Castello di Pietratagliata ad Aidone


Castello di Pietratagliata ad Aidone

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 Strada Provinciale 67 - Aidone (EN)

Il Castello di Pietratagliata di Aidone è conosciuto anche come Casteddu di Gresti, dal nome della contrada in cui è stato eretto. La denominazione "Pietratagliata" invece si riferisce alla presenza degli ambienti tagliati nella roccia.
Non si ha alcuna notizia circa la sua data di costruzione, la struttura esistente è di epoca arabo-normanna ma le prime fonti storiche documentabili risalgono al XIV secolo quando il feudo ed il fortilizio di Pietratagliata viene assegnato da Federico III di Sicilia, con un privilegio, a Perronus de Iuenio. In seguito il castello passò a vari proprietari tra cui il barone Caprini che nel 1668 fece incidere sull'architrave di una finestra ogivale, su una lastra di marmo, un'epigrafe in latino. Oggi non si ha traccia di tale epigrafe e, anche se fonti storiche riferiscono che si tratti di una dedica del Caprini al suo successore, la tradizione popolare vuole che sia legata ad una leggendaria travatura.
Il castello di Pietratagliata si staglia su una struttura rocciosa che poggia su estesi strati argillosi impermeabili: nell’alveo del torrente, infatti, si trova un laghetto, detto l’urna, che si conserva anche nel periodo estivo quando lo stesso torrente é in secca.
La fortezza è composta da strutture che si sono sovrapposte ed affiancate nel corso dei secoli: grotte che furono abitazioni preistoriche, la fortezza di avvistamento e segnalazione, ed infine l’ulteriore ampliamento del complesso edilizio, cioè i magazzini e le rustiche abitazioni di quella che era ormai divenuta una feudale masseria fortificata.
La struttura si estende su quattro livelli: al primo livello, che è anche il più antico si trovano delle abitazioni rurali e un'ampia grotta che si apre con un loggiato a sud e con una finestra e loggiato a nord. Al secondo livello da cui ha inizio anche la torre piena e parte la scala scavata nella roccia, ci sono due locali: un ingresso e una sala con finestra delimitata da panchette in muratura. Al terzo livello, il secondo piano in cui si trovano gli ambienti di rappresentanza, sono presenti quattro stanze scavate nella roccia e altre in muratura. Al quarto livello è presente un ambiente con portale di ingresso che si ritiene fosse una cappella e una cisterna per la raccolta delle acque piovane.
L’elemento caratterizzante del castello è l'alta torre piena, saldamente ancorata alla roccia, visibile a grandi distanze. Presenta pareti dalle superfici compatte, sottolineate da spigoli costruiti in blocchi di pietra perfettamente squadrati; l'accesso alla terrazza della torre era consentito da una stupenda scala a chiocciola, con gradini di basalto, posta nell'angolo di sud-est.
La presenza di numerosi castelli similari fa ritenere plausibile l'ipotesi che il castello fosse inserito all'interno di una rete di segnalazioni ottiche, definite anticamente fani, che consentivano di trasmettere rapidamente un segnale anche a grande distanza.

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