Latomia dei Cappuccini a Siracusa


Latomia dei Cappuccini a Siracusa

Davide Mauro - CC2.5

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 Largo della Latomia - Siracusa(SR)

La Latomia dei Cappuccini è la più antica cava di calcare ed è sicuramente la più bella tra quelle presenti nel territorio di Siracusa.
Le latomie sono disposte lungo il ciglio di un frastagliato costone roccioso, di circa 1,5 km di lunghezza, e delimitavano l’antico impianto urbano verso nord. Oltre di esse, si apre l’ampio altopiano delle Epipoli che, in età greca, ha fornito non meno di 850.000 mc di blocchi di calcare, utilizzati per i monumenti e gli edifici della città.
Nel corso dei secoli il sito ha cambiato destinazione divenendo prigione, luogo di culto e necropoli, come testimoniano i numerosi ipogei esistenti. Già nel V sec. a.C. Senofane da Colofone ne descriveva i pesci fossilizzati nelle rocce e Tucidide, nel VII libro delle Storie, racconta che gli Ateniesi sconfitti da Siracusa nella battaglia del 412 a.C. furono rinchiusi in quel luogo orrido e inaccessibile.
Il nome della cave richiama il legame con i Frati minori di San Francesco, legame che risale al 1582 quando l’Università di Siracusa donò la cava ai frati perché costruissero nell’area soprastante le latomie il loro convento fortificato, a difesa di questa parte della città la cui costa era minacciata da continui attacchi pirateschi. Furono i frati a trasformare la latomia in orto e in giardino e a loro si deve la ricca e folta vegetazione esistente, l’escavazione di pozzi, la costruzione di cisterne, di lavatoi e dei sistemi di irrigazione ancora visibili. Nel 1866, a seguito della legge eversiva per la confisca dei Beni ecclesiastici, la latomia divenne proprietà demaniale e da allora appartiene al Comune di Siracusa.
La latomia, a cui si accede attraverso una lunga ma agevole scala, si può dividere in tre zone: nella prima le alte pareti verticali , che raggiungono i 40 metri di altezza, mostrano ancora oggi il taglio perfetto della roccia calcarea dal caratteristico colore bianco-grigio. Il grande pilastro di roccia che si erge al centro, ha assunto, per l’azione erosiva degli agenti atmosferici, la forma della testa di un coccodrillo dall’enorme bocca spalancata. L’accesso agli altri due settori della Latomia è caratterizzato da una breve scala alla sommità della quale, si trova l’unica volta integra dell’intero complesso, poiché il tempo, i terremoti e le intemperie hanno fatto crollare l’originaria copertura sorretta da pilastri naturali ormai quasi tutti inesistenti.
L’importanza della vegetazione della latomia è legata al notevole sviluppo apicale raggiunto dalle piante alla ricerca del sole, che raggiungono anche i 30 metri. Dell’antico impianto rimangono ancora gli ultracentenari Pioppi, immortalati nelle stampe dei viaggiatori stranieri. L’habitat creatosi nel corso dei secoli per le condizioni climatiche e il fertile humus originatosi dall’accumulo di detriti, crea una composizione vegetale di notevole suggestione visiva. Queste caratteristiche rendono le latomie dei Cappuccini uno dei giardini storici più importanti della Sicilia Orientale.
Fino agli anni ’70 la Latomia dei Cappuccini è stata sede di numerose manifestazioni che si svolgevano nel suggestivo spazio denominato “Teatro di Verdura” . Di solito gli attori impegnati negli spettacoli classici del Teatro Greco, dedicavano alcune serate a rappresentazioni e recital nel teatro della Latomia. In questo teatro hanno infatti recitato interpreti quali Vittorio Gasmann, Elena Zareschi, Annibale Ninchi, e tanti altri.

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